Caterina Tufarelli Palumbo

caterina tufarelli palumbo

The first female mayor of Italy was a woman of Calabrian origins. Her name is Caterina Tufarelli Palumbo and she made history. Moved by a profound sense of duty towards her native land and an extraordinary determination, she revived the small village of San Sosti, situated in the heart of Pollino’s National Park, which was devastated by the horrors and destruction of World War II.

Eletta a soli 24 anni, ella fu la prima sindaca d’Italia, che fece rinascere dal dopoguerra il comune di San Sosti. Nata a Nocara, paesino situato in provincia di Cosenza, rimase orfana da molto piccola e venne inviata a studiare in collegio a Roma sino al conseguimento della maturità classica. Venne cresciuta dalle suore del Sacro Cuore, a Trinità dei Monti, e si diplomò ottenendo il massimo dei voti e numerosi premi per il merito. Nel 1941 conobbe Baldo Pisani, di professione avvocato, originario di San Sosti, che sposerà poi nel 1943, in piena guerra, diventando madre di tre figli: Oscar, Giuseppe e Giorgio. Nel frattempo, si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza a Roma, trasferendosi poi a Napoli, dove conseguì il titolo accademico.

Democristiana, Caterina Palumbo è stata la prima donna sindaco eletta in Italia, giovanissima, il 24 marzo del 1946 nel comune di San Sosti. Diventò un vero e proprio simbolo di un’Italia resiliente che, lasciando nel passato gli orrori della seconda guerra mondiale, volge speranzosa lo sguardo a un futuro di rinascita e determinazione. Ed il fatto che sia stata proprio una donna calabrese conferisce un particolare messaggio intriso di voglia di riscatto per tutto il meridione italiano e per la regione Calabria in particolare.

Avvalendosi della stretta amicizia nata ai tempi del collegio romano con le figlie di Alcide De Gasperi, nel frattempo diventato Presidente del Consiglio dei Ministri, riuscì ad ottenere i fondi necessari ricostruire la maggior parte delle opere distrutte dalla guerra, come il campanile del paese, i mercati brulicanti di vita, il cinema e le scuole. Inoltre, rese possibile la costruzione di numerose nuove infrastrutture che arricchirono il piccolo borgo montano. Spinta da un profondo senso civico e dalla determinazione di supportare le classi più deboli, promosse l’alfabetizzazione, la costruzione di asili nido e dell’orologio cittadino per far sì che i contadini non lavorassero oltre le ore retribuite. Se empatia e umiltà hanno contraddistinto il suo lavoro e la sua persona, noto era anche il suo impegno per combattere la discriminazione femminile, che dimostrò sdoganando l’uso della bicicletta, considerato al tempo un mezzo di dubbia moralità per le donne.