Mia Martini

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Mia Martini è stata una cantautrice italiana nata il 1947 a Bagnara Calabra in provincia di Reggio Calabria, secondogenita di 4 figlie. Il padre era originario di Villa San Giovanni e la madre di Bagnara Calabra. La famiglia dovette presto abbandonare la terra di origine per motivi di lavoro che la spinsero per molti anni a vivere nel maceratese. .
Cantante, cantautrice e musicista, Domenica Rita Adriana Berté, detta Mimì, è una delle vocalità più espressive che il panorama musicale italiano abbia mai conosciuto. Amata soprattutto per la sua sofisticatezza e forte intensità interpretativa, capace di trasmettere emozioni forti come la passione e il dolore in uno stile vocale unico e inimitabile.
Il suo album di debutto Oltre la Collina e il singolo Padre davvero sono considerati tra i migliori lavori italiani mai realizzati, inoltre è l’unica cantautrice italiana ad aver vinto 2 Festivalbar di fila. Ritorna sulle scene nel 1981, dopo due interventi alle corde vocali che ne modificarono la timbrica vocale e l’estensione. L’anno successivo si presenta al Festival di Sanremo con E non finisce mica il cielo, scritta sempre da Fossati, dove riceve il Premio della Critica, che viene istituito proprio per la sua interpretazione e che dal 1996, anno successivo alla sua prematura scomparsa, prende il nome di Premio alla Critica Mia Martini.
Nel 1983 decide di ritirarsi dalle scene a causa di una maldicenza che la terrà fuori dai riflettori fino al 1989, quando presenta a Sanremo Almeno tu nell’universo, che la riporta al successo. Questi sono anni di grandi collaborazioni costellati da canzoni come Gli uomini non cambiano, La nevicata del 56.
Sul finire del 1983 decide di ritirarsi dalle scene, a causa di alcune dicerie nate circa dieci anni prima e divenute insistenti proprio nei primi anni ottanta, che legano la sua fama ad eventi negativi.
La stessa Mia Martini anni dopo dichiarerà in merito a questo periodo:
“La mia vita era diventata impossibile. Qualsiasi cosa facessi era destinata a non avere alcun riscontro e tutte le porte mi si chiudevano in faccia. C’era gente che aveva paura di me, che per esempio rifiutava di partecipare a manifestazioni nelle quali avrei dovuto esserci anch’io. Mi ricordo che un manager mi scongiurò di non partecipare a un festival, perché con me nessuna casa discografica avrebbe mandato i propri artisti. Eravamo ormai arrivati all’assurdo, per cui decisi di ritirarmi.”
Sempre a questo proposito, la Martini avrà modo di dichiarare in un’intervista su Epoca del 5 marzo 1989:
“La delusione più cocente me la diede Gianni Boncompagni, un amico per l’appunto. Una volta fui ospite a Discoring, lui era il regista. Appena entrai in studio sentii Boncompagni che diceva alla troupe: ragazzi attenti, da adesso può succedere di tutto, salteranno i microfoni, ci sarà un black out.”
Mia Martini, nella stessa intervista, spiegherà anche come ebbe inizio la storia infamante che segnò profondamente la sua carriera artistica e la sua storia umana:

“Tutto è cominciato nel 1970. Allora cominciavo ad avere i miei primi successi. Fausto Paddeu, un impresario soprannominato “Ciccio Piper” perché frequentava il famoso locale romano, mi propose una esclusiva a vita. Era un tipo assolutamente inaffidabile e rifiutai. E dopo qualche giorno, di ritorno da un concerto in Sicilia, il pulmino su cui viaggiavo con il mio gruppo fu coinvolto in un incidente. Due ragazzi persero la vita. “Ciccio Piper” ne approfittò subito per attaccarmi l’etichetta di “porta jella “.

Mia Martini venne ritrovata senza vita nel suo appartamento il 12 maggio 1995

Mia Martini diceva spesso: «Sono nata a Bagnara, pur se la mia vita è stata girovaga, non ho mai pensato di appartenere ad altre regioni. Sono una Calabrese purosangue».

“Sono nata a Bagnara e vi sono rimasta soltanto 18 giorni, però non ho mai pensato di appartenere ad altre regioni. Sono tornata spesso a Bagnara, città di mia madre, e a Villa San Giovanni, città di mio padre, per le vacanze. Sono una calabrese purosangue. Tutti i miei parenti più stretti abitano appunto a Bagnara, Scilla, Villa e Reggio. La Calabria è quindi la mia regione”.

“Le mie radici sono a Bagnara, le mie radici sono tutto per me, sono la mia sola sicurezza, l’unica cosa certa della mia vita. Io sono la Calabria! Noi del sud siamo più sanguigni, sentiamo le cose più attraverso l’intestino, sono talmente forti che non ci nascondono mai la realtà, non le camuffano, non attenuano nulla nella loro violenza, sono talmente chiare, anche se sono crude e fanno male”.

“Da donna volitiva e anche abbastanza autoritaria, perché sono, appunto, di Bagnara Calabra – lì le donne hanno inventato il commercio – io volevo fare esattamente quello che avevo in testa di fare. Sono stata sfortunatamente aiutata dal destino, perché mio padre si è tolto dalla competizione da solo, nel senso che è andato via dalla nostra vita, si è separato da mia madre, per cui io non dovevo imporre la mia volontà a nessuno, ero praticamente libera. E’ molto triste essere persone libere, credo che sia una delle cose più terribili che possa capitare ad una donna, specialmente quando è giovane”.

“Ho passato lunghi periodi a Bagnara, in Calabria, il mio paese d’origine con il mio cane che poi è morto. E’ stato un grande dolore, stava con me da 16 anni. Soprattutto ci sono stata quando ho mollato, nel 1983: si era spezzato l’equilibrio, e in tutta la mia fragilità sono crollata. Cioè è crollata Mia Martini, la parte esteriore di me, mentre è rimasta, anzi si è liberata la mia vera identità. In quel momento non avevo scelta, era la ricerca di me che dovevo affrontare. Ho rotto con Fossati e mi sono messa alla ricerca di me stessa. Mi sentivo un mostro, come Fossati diceva che ero. Credo, infatti, che non sia giusto per nessuno essere il punto di riferimento totale perché è una dipendenza terribile. Ciò dà all’altra persona una grande responsabilità, un bagaglio troppo pesante”.

“Io nasco dal mare come una sirena, perché nasco a Bagnara Calabra che è un paese di pescatori, si pesca il tonno, il pesce spada. Come dicevo, io ho avuto bisogno di cercare me stessa e ho cominciato dalle mie origini, cercando mio padre. A Bagnara andavo spessissimo con i pescatori a pescare il pesce spada e il tonno. Ci sono addirittura pescatori che pescano ancora con la fiocina in maniera proprio romantica e il mio pescatore mi ha aiutato a ritrovare dentro di me la strada esattamente come avrebbe fatto il guardiano del faro. Anche lui scrutava, ed era importantissimo, per ore ed ore il mare, sono persone che parlano poco, mi avrà detto cinque parole in due settimane, però mi ha insegnato veramente tantissime cose”.