Cosenza

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Storia

Cosenza è uno dei cinque capoluoghi della Calabria e ha una popolazione di circa 63 mila abitanti.

Le sue origini risalgono all’ VIII secolo a.C., quando fu conquistata dai Bruzi. Dopo aver espanso il proprio territorio, affermando il controllo su quasi tutta la Magna Grecia calabra, Cosenza venne conquistata dai Romani e assunse le caratteristiche di città commerciale. Il re dei Visigoti Alarico, dopo il sacco di Roma del 410, muore a Cosenza a causa di una malattia. Secondo la storia il suo corpo, insieme ai tesori posseduti in vita, venne seppellito in prossimità della confluenza dei fiumi Crati e Busento.

Tra l’VIII e il IX secolo i Bizantini assunsero il controllo della città, che prese il nome di Constantia.

Nel periodo aragonese divenne capoluogo dell’area nord della Calabria (Calabra citeriore) e, sotto la guida di Bernardino Telesio, venne fondata l’Accademia Cosentina.

Con la restaurazione post-napoleonica cominciarono iniziative liberali e patriottiche che culminarono la rivolta del 15 marzo 1844 seguita ad un’altra dello stesso anno in cui fratelli Bandiera vennero fucilati nel famoso Vallone di Rovito.

Durante il periodo fascista subì numerosi bombardamenti e dopo un importante espansione a livello edilizio Cosenza è diventata la città che è oggi.

Territorio e Clima

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Cosenza è il capoluogo più a nord della Calabria e sorge sul colle Pancrazio nella valle del fiume Crati alla confluenza col Busento. La città si trova tra la catena costiera del Mar Tirreno e la Sila. Ha una superficie di 37,86 km² e si trova a 238m sul livello del mare

 Le abitazioni antiche del centro storico, cioè Cosenza vecchia, sono distribuite maggiormente sul colle Pancrazio, in una quantità minore sui colli Guarassano e Torrevetere e possiamo trovarle raramente anche sui colli Gramazio, Triglio, Mussano e Venneri. 

Gli inverni a Cosenza sono mediamente freddi, poiché circondata da montagne, mentre le giornate in estate sono generalmente soleggiate e si possono raggiungere temperature molto alte. I venti non sono spesso presenti a Cosenza poiché situata in una vallata. Nonostante la sua scarsa altitudine Cosenza è comunque la città più nevosa della Calabria.

Il Castello Svevo

Il castello Svevo è situato a Cosenza, precisamente sul colle Pancrazio.

Il castello è stato edificato su una motta artificiale a forma rettangolare e il suo orientamento rimanda alle edificazioni dei Bruzi.

Esso è spesso definito Normanno poiché nel XII secolo Ruggiero II, chiamato anche Ruggiero il normanno, ampliò le dimensioni del castello e gli diede il carattere delle costruzioni dell’epoca. Nello stesso periodo l’edificio ospitò la Curia.

Durante il periodo Svevo, precisamente nel 1184, si verificò una successione di potenti terremoti che portò alla distruzione del castello.

 Successivamente, nel XIII secolo, con l’arrivo di Federico II di Svevia, il castello venne ricostruito e ampliato.

Inoltre esso ricoprì un importante funzione difensiva, assumendo la struttura tipica dei castelli federiciani che consisteva in un impianto rettangolare, delle torri angolari, una serie di camminamenti di ronda merlati e delle sale voltate

Dal XIII al XV secolo il castello fu posseduto dagli Angioini e con questo periodo assunse la funzione di residenza principesca, ma nel XVI secolo, con l’avvento della dominazione spagnola, il castello ritornò ad assumere una funzione militare.                 

Nell’anno 1638 un altro terremoto colpì il castello, che venne successivamente restaurato nel 1700.

Infine con la presenza dei Borboni nel XIX secolo il castello venne restaurato e fu utilizzato come prigione.

Nell’ultimo secolo il castello ha subito numerosi terremoti ed è stato acquisito dal comune di Cosenza, ma solo recentemente, nel 2008, ha ricominciato ad avere usi privati e un’area destinata ad attività festive e di ristorazione.

 

Il Museo all'aperto Bilotti

Il museo all’aperto Bilotti si trova a Cosenza, precisamente su corso Mazzini. Questo museo riguarda le opere, che sono state donate dalla famiglia Bilotti e che sono state poi esposte.

La famiglia Bilotti donò un abbondante numero di opere di epoca novecentesca. Per l’esposizione delle quali è stata scelto appunto corso Mazzini, l’isola pedonale più vasta della Calabria.

Il museo all’aperto Bilotti, chiamato anche M.A.B., è stato inaugurato a marzo del 2005 dal presidente dell’UNESCO, che in quel periodo era Giovanni Puglisi.

Il M.A.B. si estende per 1,2 km da piazza dei Bruzi fino a piazza Carlo Francesco Bilotti.

Le opere

Le opere che sono state donate inizialmente sono: i Bronzi di Sacha Sosno, San  Giorgio e il Drago di Salvador Dalí, Ettore e Andromaca di Giorgio de Chirico, Il cardinale di Giacomo Manzù, la Grande Bagnante di Emilio Greco, quattro Paracarri e la Bifrontale di Pietro Consagra.

Successivamente sono state aggiunte altre opere. Nel dicembre 2007 è stato donato il Lupo della Sila di Mimmo Rotella e nel 2008 Le Tre Colonne di Sacha Sosno e la Testa di Medusa di Giacomo Manzù. Nel 2009 e nel 2010 sono state aggiunti Gli Archeologici e Il Grande Metafisico di Giorgio de Chirico e il Ferro Rosso di Pietro Consagra. Nel 2011 viene donata I Sette Cuori di Sacha Sosno, nel 2015 Testa Di Cariatide di Amedeo Modigliani e nel 2019 La Sfinge di Alba Gonzales.

Infine nel 2021 vengono donate sei nuove opere: La Cariatide dell’artista Mario Sironi, La Sibilla di Pericle Fazzini, Il Dormiente di Arturo Martin, Senza Titolo di Umberto Mastroianni, L’Accoccolata di Emilio Greco e I Sedili dell’artista Pietro Consagra.

Il Duomo di Cosenza

Il duomo di Cosenza, o Cattedrale di Santa Maria Assunta, si trova nel centro storico della città dei Bruzi, precisamente in piazza Duomo.
Viene edificato intorno all’XI secolo in stile romanico e dedicato a Maria Assunta. L’attuale duomo sorge nello stesso posto di una chiesa antica che è stata edificata dopo il potente terremoto del 9 giugno 1184. I lavori per la ricostruzione terminarono nel 1222 e furono affidati a Luca Campano che era diventato nello stesso periodo arcivescovo di Cosenza. Il 30 gennaio la chiesa viene consacrata dal vescovo Nicola de’ Chiaromonti. Con l’anno 1748 iniziano nuovi lavori di ristrutturazione che includono la costruzione della sacrestia e la ricostruzione della facciata.

L’impianto è di tipo basilicale-latino. La facciata presenta una divisione in tre parti che corrisponde alla divisione interna in tre navate. Possiamo osservare tre portali ogivali in pietra arenaria di cui quello centrale dominato da un antico rosone e quelli laterali con due rosoni più piccoli.
Internamente la cattedrale è a croce latina e presenta tre navate di otto campate suddivise da due pilastri. Ciascuna campata ha una copertura a capriata a eccezione dell’ultima della navata a sinistra che presenta una volta a crociera. Lungo la navata di sinistra si trovano due cappelle barocche. La prima cappella è dedicata alla Madonna del Pilerio, infatti all’interno possiamo osservare l’icona bizantina che ritrae la Madonna che allatta il Bambino e un altare marmoreo settecentesco. La seconda è quella della Confraternita di Orazione e Morte ed all’interno si trova il monumento funebre dei membri dell’insurrezione antiborbonica cosentina del 15 marzo 1844, che ispirò ed incoraggio la Spedizione dei fratelli Bandiera. Sulla parete di fondo del braccio destro del transetto si trova l’organo a canne Mascioni, costruito nel 2005. La cattedrale, inoltre, è stata scelta come luogo per ospitare i mausolei di Enrico VII di Germania e della Regina di Francia Isabella d’Aragona. Durante i restauri del XVIII e XIX secolo vennero rimossi i sepolcri di Bernardino Telesio e di Luigi III d’Angiò.

Recentemente, grazie ai lavori di restaurazione, sono state ritrovate tracce che fanno risalire il duomo a origini di epoca paleocristiana e romana.