La Sila

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Che cosa è la Sila?

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La Sila è un vasto altopiano dell’Appennino calabro, che si estende per 150.000 ettari attraverso le province di Cosenza, Crotone e Catanzaro, suddivisa da nord a sud in Sila Greca, Sila Grande e Sila Piccola e caratterizzata dalla presenza di varie cime montuose, altipiani, folte zone boscose e laghi artificiali d’altura.
Sede del più vecchio parco nazionale della Calabria, con decreto del presidente della Repubblica del 14 novembre 2002 sono stati istituiti il Parco Nazionale della Sila ed il relativo Ente, che ricomprende i territori già ricadenti nello “storico” parco nazionale della Calabria (1968), tutelando aree di rilevante interesse ambientale per complessivi 73.695 ettari.
Dalle cime più alte, a seconda della loro posizione nell’altopiano, è possibile scorgere in giornate limpide l’Aspromonte a sud e il Massiccio del Pollino a nord, il Mar Tirreno a ovest, il Mar Ionio a est, la piana di Sibari a nord, la Piana di Sant’Eufemia e la Piana di Gioia Tauro, la Sicilia, l’Etna e le isole Eolie a sud.
Il nome “Sila” deriva dalla denominazione di epoca romana Silva Brutia, cioè selva, foresta dei Bruzi.

Per cosa è famosa la Sila?

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La Sila è ricca di tesori paesaggistici e culturali, con antiche tradizioni che ancora oggi vengono portate avanti. La Sila è ricca di alberghi, attività ricreative e punti di ristoro.
Per esempio, d’estate molte persone si recano in Sila, in quanto sono presenti molti parchi avventura, parchi divertimento sospesi su grandi vegetazioni, dove è possibile divertirsi e fare sport all’aria aperta.

La gastronomia Silana

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Qui la gastronomia ha antiche radici e regala da sempre prodotti genuini. Possiamo definire la Calabria “terra del gusto” specializzata nella produzione di vini e prodotti tipici. La Sila offre diverse varietà pregiate di funghi: rositi, porcini e cantarelli, serviti nelle diverse tavernette con pasta fresca, quali tagliatelle e cavatelli e insieme ai formaggi tipici (il famoso Caciocavallo) e alle carni.

Il Lupo: l'animale più famoso della Sila

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Tra le componenti di maggior rilievo della fauna presente nella nostra regione, il Lupo è da sempre la specie che più di ogni altra ha colpito l’immaginazione dell’uomo.
In molte culture considerato il simbolo del male, della natura ostile e pericolosa, in altre venerato come un dio e ritenuto più saggio e più furbo dell’uomo.
I retaggi di natura culturale e psicologica nei suoi confronti, le sue esasperate (e molto spesso irreali) capacità predatorie, sono i motivi che da sempre hanno determinato una forte ostilità nei confronti della specie.
Questo fiero predatore che localmente viene spesso indicato come “lupo della sila” non presenta in realtà alcuna differenza con gli individui di lupo appenninico presenti sul resto del territorio nazionale.
I lupi sono animali sociali e vivono in branchi.
Di solito il branco si origina da una coppia i cui figli restano con i genitori finché non decidono di allontanarsi ed occupare nuovi territori.
Nel branco vige una rigida gerarchia, il rango più alto è occupato da un maschio dominante, segue una femmina dominante e via via tutti gli altri individui.
La Sila è stata una delle aree di maggiore importanza per la sopravvivenza del Lupo in Italia.
Infatti, anche negli anni di più grave declino, quando la specie è stata sull’orlo dell’estinzione nel nostro Paese, in Sila era presente una delle popolazioni più vitali del mezzogiorno e l’area rappresentava l’estremo limite meridionale di diffusione della specie.
Difatti proprio sui massicci calabresi e pochi altri massicci dell’Appennino centrale e meridionale il lupo è riuscito a sopravvivere ai decenni più bui e proprio da questi nuclei è iniziata la lenta ricolonizzazione spontanea della penisola e delle Alpi.
Non è facile stimare il numero di esemplari presenti nell’intero comprensorio silano in quanto i dati in quest’area sono piuttosto frammentari e discontinui. Ciononostante recenti studi, condotto dai tecnici della società cooperativa greenwood, specializzati in rilevamenti faunistici, hanno accertato la presenza, nell’area del Parco Nazionale della Sila, di almeno tre branchi di lupi composti da un numero minimo di 3-4 individui ciascuno.

Il Lupo della Sila nel M.A.B.

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Questa scultura arriva dalla Calabria, infatti chi l’ha ideata è di Catanzaro. L’artista si chiama Domenico Rotella, ovvero Mimmo Rotella ed è nato nel 1918 proprio a Catanzaro. Appena finite le scuole medie era già chiara la strada che l’avrebbe portato all’arte. Inizia con una pittura neo-geometrica, si dedica successivamente alla scultura, ispirato da grandi artisti americani. Nel Dicembre 2007 arriva a Cosenza la sua opera intitolata “Il lupo della Sila”. Il lupo, da sempre abitante dei boschi silani, ha ispirato tante storie, musiche, canzoni, poesie e quadri, personaggio di grande fascino, adesso presente anche a Cosenza. Ricorda agli abitanti la forza propria di questo animale e la sua eleganza.

I Lupi della Sila

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La figura del lupo della Sila è molto importante anche per la città di Cosenza, poiché la squadra di calcio della città ha come simbolo e stemma proprio un Lupo insieme ai colori rosso e blu.
Anche nell’inno del Cosenza è presente il lupo, infatti il primo inno realizzato dall’ autore di musica popolare calabrese Tonino Lombardi, è stato proprio “Lupi alè”!

Tra l’altro, i tifosi Cosentini vengono soprannominati “lupi”, mentre quelli più piccoli “lupacchiotti”.